Il forte Colle delle Benne adottava un sistema di rinforzo della casamatte basato su spesse corazzature metalliche. Si trattava di calotte realizzate in acciaio dolce, prodotte secondo apposite specifiche elaborate dalla direzione del Genio. Vogl aveva condotto infatti una serie di esperimenti di tiro non solo su diversi tipi di blindature per individuare il metallo più adeguato per la realizzazione di robuste armature, ma anche per testare gli effetti dei calibri più potenti sulle strutture degli edifici. Da questi test condotti nei poligoni di Felixdorf e Steinfeld era emerso che la combinazione di conci di granito (90 cm di spessore) più lastre in acciaio dolce di 6 cm garantiva un’ottima resistenza a colpi di calibro fino a 21 cm sparati da distanze relativamente vicine (2 km). Valori eccellenti per l’epoca, che rendevano le opere praticamente invulnerabili all’artiglieria nemica.

L’interno di una Geschutzkasamatte del Forte Hermann, presso Flitsch/Plezzo in Slovenia. Foto tratta da Europeana1914-1918.eu
Per i Gebirgsfort vennero elaborate due diverse corazzature: la Panzerbatterie, con la volta completamente rivestita all’interno di una lastra metallica, sorretta nella parte posteriore da due colonne in ghisa e la Geschutzkasematte caratterizzate da una minore protezione.

La panzerbatterie di Werk Vrmac, Montenegro. Immagine tratta da Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Fort_Vrmac
Al loro interno vennero collocate delle bocche da fuoco “classiche” per le fortezze trentine. Si trattava dei cannoni da 12 cm M80. La sigla M80 indicava l’anno di progettazione (1880), mentre la misura in centimetri esprimeva il calibro, vale a dire il diametro interno della canna. Queste armi, prodotte in numerosissimi esemplari, avevano appena rimpiazzato tra le artiglierie da assedio e da fortezza la ormai superata serie M61. Rispetto a questa, di cui condividevano peraltro il bronzo come materiale di costruzione principale, offrivano prestazioni balistiche nettamente superiori, con una gittata che arrivava fino a 8 km su affusto ruotato (6,7 km in installazione da casamatta rispetto ai 5,8 del paricalibro M61) e una migliore capacità di penetrazione. Vennero adottati gli affusti per installazione in casamatta a cannoniera minima del modello M85 a giudicare dalla disposizione dei chiavardi del paiolo (visibili al piano inferiore).

Affusto modello 85 per il cannone da 12 cm.
Si può notare il sistema di smorzamento idraulico del rinculo.
Questi erano dotati di un’importante novità. lo smorzamento idraulico del rinculo. In questo modo le dimensioni complessive dell’installazione diminuivano lasciando maggiore spazio ai serventi, la cadenza di tiro aumentava e si riducevano le forze applicate alle strutture murarie della fortezza a cui le armi venivano vincolate. Il settore di tiro raggiungeva i 60° in direzione e andava da – 15° a + 20° in alzo. Il forte disponeva di 4 cannoni da 12 cm orientati in direzione sud-est. In caso di montaggio, sostituzione o semplice manutenzione dei pezzi era necessario estrarre la volata (la “canna”) dall’affusto e, grazie a corde debitamente agganciate ai grossi anelli presenti sul soffitto, trasportarla all’esterno passando dal corridoio di batteria.

Trasporto della volata di un cannone da 12 cm M80 attraverso i corridoi di Forte Hermann. Fonte: Europeana1914-1918.eu
Il peso del complesso affusto e arma raggiungeva le 6,2 tonnellate di peso, di cui 1,7 solo per la bocca da fuoco lunga ben 3,2 metri. Si può capire dunque come queste operazioni non fossero particolarmente semplici e necessitassero di adeguate installazioni che consentissero di effettuare le sostituzioni anche in caso di combattimento. Sebbene anche nella monarchia austro-ungarica la seconda rivoluzione industriale avesse modernizzato i processi industriali ed affinato i meccanismi di produzione in serie, poteva capitare che alcuni proietti uscissero di fabbrica con dei difetti e non erano certo infrequenti gli scoppi anticipati all’interno delle canne. Se si aggiunge che le stesse volate dopo un certo numero di tiri dovessero essere riformate, si capisce che l’eventualità della rimozione parziale o totale di un cannone fosse più frequente di quanto si possa immaginare (il video, tratto da Youtube, restituisce molto bene il terribile effetto sonoro di un bombardamento).