Belvedere – Blockhaus Est

Werk Gschwent\Belvedere visto da est. Si possono vedere gli estesi reticolati e l'intera struttura dell'opera

Werk Gschwent\Belvedere visto da est nel 1915. Si possono vedere gli estesi reticolati e l’intera struttura dell’opera, così come numerosi crateri determinati dai bombardamenti italiani (tratto da http://www.europeana.eu )

 

Il blockhaus est era strutturato come quello ovest, sebbene quest’ultimo sia decisamente più ampio e potente. Il ridotto est venne realizzato adottando gli stessi criteri costruttivi scelti per l’opera principale. Se si analizzano i disegni tecnici dell’epoca ci si rende conto che esso assomiglia ad una miniatura del forte stesso, con la sola differenza di non disporre dei tre obici in cupola. La copertura era realizzata in calcestruzzo rinforzato da putrelle in acciaio di 2,5 metri di spessore ed era pensata per resistere a proietti di calibro fino a 24 cm. Al di sopra della copertura era presente una cupola osservatorio in acciaio al nichelio, analoga come forma e spessore a quelle contenenti gli obici da 10 cm. Essa però era fissa ed era dotata di una feritoia, ampia poco meno della metà del diametro, richiudibile con una lamiera scorrevole. La cupola poteva essere utilizzata per l’osservazione, ma anche per il combattimento dato che poteva essere armata con una coppia di mitragliatrici. Vi si accedeva mediante una piccola rampa di scale dalla stanza più ampia, che era adibita all’alloggio della truppa. A fianco della stanza per i soldati era posto il locale per il combattimento, con due postazioni per quattro mitragliatrici M07, protette da possenti scudi corazzati a prova di bomba (in acciaio), con annessi due riflettori elettrici da 35 cm.

Mitragliatrice MG 07 Scwarzlose su treppiede. Con una cadenza di tiro tra i 400 ed i 600 colpi al minuto (Tratto da www.wikipedia.org)

Mitragliatrice MG 07 Scwarzlose su treppiede. Con una cadenza di tiro tra i 400 ed i 600 colpi al minuto (Tratto da www.wikipedia.org)

I riflettori venivano forniti da una ditta di Vienna ma erano realizzati dalla Siemens AG, la famosa azienda tedesca. Venivano alimentati dal generatore di corrente della fortezza, collocato nel blocco casamatte e funzionante a benzina. Il campo di tiro delle mitraglliatrici era particolarmente esteso e poteva tranquillamente interdire qualsiasi movimento sulla sottostante Valdastico. Il fortino era poi dotato di un serbatoio mobile da 500 litri di acqua potabile, posto in un vano nel locale alloggio, e di un contenitore per la legna da ardere. Molteplici infatti erano le stufe a legna in questo locale, per garantire un minimo comfort ai soldati. Infine, considerata anche la considerevole distanza dall’opera principale, gli ingegneri austriaci realizzarono una ritirata per migliorare le condizioni igieniche del corpo di guardia.
Era presente anche un vano sotterraneo servito da un montacarichi, dove venivano depositati vari materiali, tra cui anche un riflettore. Dato che il forte orientale era il solo che poteva essere colpito direttamente dal forte italiano di Campomolon, si decise di realizzare un rinforzo interno di calcestruzzo dello spessore di circa 40 cm potenziato da alcune lamiere ondulate, una misura adottata nel 1915 dopo i primi bombardamenti nemici.

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