Belvedere – L’acquedotto

Il forte era servito da un proprio acquedotto, di cui si trovano alcune strutture lungo la strada d’armi che conduce da Cappella all’opera. In fase di progettazione non venne adeguatamente considerata la possibilità di un’interruzione di questa importantissima infrastruttura a causa dei bombardamenti, collocandola in posizione molto esposta (v p. 82). Del resto, anche la stessa strada di accesso aveva questo grave difetto, tanto che venne progettata e realizzata un’altra via d’accesso durante i primi mesi di combattimento. Ciononostante l’acquedotto svolse sempre il suo dovere, garantendo l’autonomia idrica al forte per tutto il 1915 ed il 1916 nonostante alcune brevi interruzioni. Naturalmente l’opera venne dotata di numerose cisterne per la raccolta dell’acqua. In totale erano 5, quattro posizionate nel seminterrato, 1 al pianterreno. Due di queste servivano per raffreddare il motore da 60 HP utilizzato come generatore di corrente elettrica, mentre le altre tre rifornivano di acqua potabile tutto il forte, compreso il blocco batterie ed i blockhausen avanzati, mediante un sistema di pompe. Varie latrine scaricavano le acque nere in un apposito pozzo separato dalle altre vasche. Come per i viveri, anche le scorte di acqua erano state calcolate per permettere al presidio una resistenza ad un assedio variabile tra i 30 ed i 45 giorni.

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